Abitare la notte: percorsi di accompagnamento all’autonomia e alla residenzialità post Covid-19 (IDR

Fondazione Giovanni XXIII Autismi e Terapia Onlus

Raccolta Terminata
Raccolto *:
1.400,00 €

Raggiungimento obiettivo

100%

Il progetto

Il progetto nasce come conseguenza del periodo emergenziale Covid-19 in cui alcune delle nostre famiglie con figli con Disturbo dello Spettro dell’Autismo, sono state coinvolte in prima persona dalla malattia e altre hanno invece subito un trauma indiretto e collettivo che ha portato a riflessioni importanti rispetto al loro futuro e soprattutto al futuro dei loro figli. Sono nati pensieri concreti e funzionali rispetto al fatto che, in caso di emergenza o necessità, forse i loro figli non sarebbero così autonomi o quantomeno preparati a sostenere l’impatto emotivo di un tale cambiamento.
Obiettivo principale del progetto: rendere il più autonomi possibile i ragazzi e preparali a una graduale separazione dalla famiglia. Avvicinare i ragazzi al pensarsi senza i genitori ma non soli e non completamente inabili e sostenere i genitori al poter pensare i propri figli in un luogo sicuro, con operatori formati e con i figli che utilizzano potenzialità e risorse nuove e con serenità.
Si ipotizzano sia incontri individuali che momenti formativi di gruppo per le famiglie selezionate con uno psicologo-psiscoterapeuta. Gli educatori coinvolti saranno supportati mensilmente da supervisioni. L’intervento si focalizzerà sullo strutturare, per alcuni pazienti, percorsi di accompagnamento all’autonomia serale (spesa, preparazione della cena, sistemazione cucina, relax e rientro in famiglia per la notte); per i pazienti più preparati e strutturati per affrontare una lontananza dalla famiglia notturna si attueranno invece esperienze continuative e programmate di pernottamento (cena, notte e colazione).
Tra i risultati attesi speriamo in un’azione preventiva rispetto ai disagi psico-sociali ed economici dovuti alle situazioni emergenziali e traumatiche e auspichiamo un miglioramento nelle autonomie dei pazienti e in un’adeguata preparazione per il “Dopo di noi”.

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