Tessere Legami

Le famiglie a rischio al centro del progetto ‘Tessere legami’ 

  • Neomamme fragili, trasporto sociale, autonomia abitativa per persone con disabilità, demenza senile: quattro le aree di intervento dell’iniziativa del Consorzio Sol.Co, che coinvolge l’Ambito Territoriale di Bergamo ed è finanziata dalla Fondazione della Comunità Bergamasca.
  • Il Presidente Ranica: “La Fondazione vuole essere tra la gente per sostenere la partecipazione delle persone più fragili alla vita della comunità”

“A me questa esperienza è servita: prima non sapevo fare niente, oggi sono diventata più sicura in cose su cui ero incerta, come fare andare una lavatrice!”. Claudia ha 25 anni e da quattro, dal lunedì al venerdì, vive in un appartamento in città con altre ragazze e sperimenta l’autonomia. Il sabato e la domenica torna a casa dai suoi genitori. “Vale la pena provare: capisci dove puoi farcela da sola, impari a conoscere i tuoi limiti e ti rendi conto che puoi superarli. Cucinare mi dà soddisfazione, le mie coinquiline dicono che sono brava a fare le zucchine. Mi piace anche saper gestire i soldi per le spese; con i prezzi che sono saliti, è importante risparmiare su tutto in questo momento”.

Per tre mattine alla settimana Claudia è impegnata in attività di tirocinio presso due realtà cittadine. Prossimi obiettivi? “Mi piacerebbe fare la barista. È quello che ho studiato, mi piace stare a contatto con le persone. Per ora, come volontaria, sto al bancone del bar dell’oratorio. E magari vorrei imparare a stirare…”. Claudia è una delle protagoniste di ‘Smart Housing: residenzialità per persone con disabilità’, una delle aree del progetto ‘Tessere Legami: opportunità di crescita per le famiglie e la comunità nel periodo post-pandemia’, presentato dal Consorzio Sol.Co Città Aperta, con il coinvolgimento dell’Ambito Territoriale di Bergamo e il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca.

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Al centro le famiglie. ‘Tessere legami’ si rivolge alle famiglie a rischio, cioè a quelle pluri-problematiche, che si trovano nei territori più periferici – come i Comuni di Orio al Serio o Sorisole – o nei quartieri di Bergamo, che offrono meno servizi per la prima infanzia, come Colognola o San Tomaso. “Ci siamo resi conti che la famiglia si fa carico di una serie di fragilità per la presenza, al suo interno, di soggetti vulnerabili (minori, anziani, disabili). Questa condizione si è accentuata ancora di più in pandemia e post-pandemia. I servizi dedicati a queste persone sono temporaneamente venuti meno, senza contare che le misure restrittive hanno parzialmente ridotto le possibilità di interazione, relazione e aiuto, determinando, per alcune categorie di persone, un passo indietro rispetto ad autonomie e abilità”, spiega Simona Ghezzi, responsabile della Progettazione per la cooperativa Impronta (socia del Consorzio Sol.Co, ente capofila). “Abbiamo avvertito l’esigenza di ripensare attività e azioni nuove in funzione di questo cambiamento, di prenderci cura delle famiglie e di rafforzare le associazioni impegnate sul territorio”. Che si traduce nella loro messa in rete, per rispondere in maniera più efficace all’aumento della richiesta di servizi, e nel loro raccordo. “Bergamo è ricca di associazioni, ma talvolta, come si dice, la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Nel suo piccolo, ‘Tessere legami’ cerca di ridurre le distanze, la frammentazione e la sovrapposizione tra associazioni”. Anche per fare sì che, dove non arriva un ente di Terzo settore, ne arrivi un altro, e al bisogno sia data una risposta.

Conta, soprattutto, coprire quell’ ‘area grigia’, in cui gravitano persone che, per età, grado di disabilità, condizioni economiche, non rientrano nelle categorie per le quali sono previsti dalla legge benefici o contributi, ma che ugualmente necessitano di cure, servizi, di uscire dall’isolamento e dall’esclusione.

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“È un’occasione preziosa per noi, perché non si tratta solo di garantire continuità a progetti già in essere, ma di pensarne nuovi alla luce di bisogni inediti che sono emersi e che non hanno una copertura, perché rientrano in quell’ ‘area grigia’. In questo modo costruiamo nuove risposte”

 

Marcella Messina, Presidente della Conferenza dei Sindaci e del Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci.

Emblematico è il caso del trasporto sociale – altra area di attività di ‘Tessere legami’ – offerto dalle associazioni con mezzi propri, la cui richiesta è aumentata moltissimo soprattutto per le persone anziane, ma che, in generale, consente a chi altrimenti non potrebbe, di accedere a servizi di carattere socio-educativo, sanitario, di raggiungere centri diurni e comunità (nel caso di minori).

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Allo ‘Smart Housing’ e al ‘Trasporto sociale’ di cui si diceva poc’anzi, si aggiungono poi altre due aree di ‘Tessere legami’: ‘Essere mamme’, che offre sostegno alla genitorialità più vulnerabile nei primi mesi di vita del bambino e la Rete di sostegno ai familiari delle persone con demenze, che ha visto finalmente la riapertura dei Cafè Alzheimer, luoghi protetti in cui la persona con demenza e il familiare che se ne prende cura possono socializzare, condividere le proprie emozioni, essere presi in carico da una équipe di operatori qualificati per qualche ora.

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Degustazioni ‘disorientanti’ per sensibilizzare sulla demenza. Sempre sul tema della demenza, per i mesi di giugno e luglio, il Consorzio Sol.Co, all’interno di ‘Tessere legami’, propone sei serate di sensibilizzazione, una per ogni Comune dell’Ambito Territoriale di Bergamo: Bergamo, Gorle, Orio al Serio, Sorisole, Ponteranica, Torre Boldone. A questi incontri sono invitati a partecipare i cosiddetti ‘opinion leader’: “Abbiamo invitato il medico, il farmacista, il negoziante, il vigile, il volontario, cioè tutte quelle persone che possono essere delle ‘antenne’ del territorio”, racconta Bruno Cantini, coordinatore del Tavolo anziani dell’Ambito Territoriale di Bergamo. “Il panettiere, che vede una persona tutti i giorni, potrebbe essere il primo ad accorgersi che c’è qualcosa che non va. La persona comincia a non prendere il resto, si dimentica di pagare, lascia il pane ed esce: possono essere segnali importanti da cogliere”. Nel corso delle serate, gli ‘opinion leader’ sono invitati a una ‘degustazione disorientante’: sono bendati oppure viene loro tappato il naso per confondere l’olfatto. “Con leggerezza, vorremmo far provare loro il senso di disorientamento che provano sia la persona affetta da demenza, che i suoi familiari, che talvolta faticano a leggere questi segnali, imputandoli al suo carattere o ad altro”. La serata è un’occasione per informare e far conoscere: “Vogliamo gettare dei semi attraverso un’esperienza insolita. La nostra idea è che gli ‘opinion leader’ possano essere dei moltiplicatori di conoscenza, consapevolezza e sensibilità nei loro territori. Una comunità attenta alla demenza è una comunità attenta alla persona, a tutte le persone”, conclude Cantini.

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Il progetto ‘Tessere legami’ ci dimostra come non sempre i bisogni delle persone siano incasellabili in categorie o standard. Ci sono fragilità che non sarebbero intercettate e accolte se non ci fossero enti del Terzo settore, come il Consorzio Sol.Co e tutte le sue cooperative, che operano là dove esse si manifestano. Sostenendo questo progetto, Fondazione persegue l’obiettivo di essere tra la gente, là dove serve esserci, per portare benessere e per migliorare la qualità della vita delle persone, mantenendo vivi il legame e la partecipazione delle persone più fragili alla vita della propria comunità.

 

Osvaldo Ranica, Presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca

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