Roblox Digeducati

DigEducati sbarca nel metaverso: al via un punto di comunità virtuale su Roblox

“DigEducati” non si ferma e continua a crescere. Il progetto che punta al contrasto del divario digitale tra i minori della fascia 6-13 anni in condizioni di fragilità, inaugurato da Fondazione della Comunità Bergamasca e realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo e da impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, inaugura il primo Punto di comunità virtuale su Roblox, piattaforma con oltre 40 milioni di videogiochi molto amata dai giovanissimi.

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All’interno dell’ambiente virtuale, i giocatori si muovono attraverso degli avatar, e cioè dei personaggi creati dagli stessi giocatori nello spazio di gioco sulla piattaforma. In un’ambientazione sviluppata nei minimi particolari, il giocatore vive così diverse esperienze e azioni: di gioco, avventura, o di vita quotidiana, come ad esempio fare acquisti, scambiare oggetti, usare strumenti, etc. In questo ambiente digitale, nel nuovo Punto di comunità virtuale, i giovani giocatori incontreranno gli educatori di DigEducati che proporranno loro attività e occasioni di buona relazione.

Il progetto coglie così la sfida del metaverso – una dimensione che unisce reale e virtuale – offrendo ai giovani un’opportunità formativa in più attraverso gli strumenti da loro utilizzati quotidianamente.

L’approfondimento su Roblox è affidato a Gianluigi Bonanomi, giornalista professionista specializzato in hi-tech e formatore sulla comunicazione online, che ha curato un focus su “Punto di Comunità virtuale: Roblox e il metaverso”. Ecco cosa ci racconta.

Studio Fotografico Giudicianni&Biffi

Perché aprire un punto di comunità su Roblox?

Volevamo qualcosa che attirasse bambini e ragazzi per poi portarli a frequentare i punti di comunità fisici. A partire dai giochi, molto intrattenimento, per arrivare alla proposta educativa. All’interno della piattaforma Roblox, i giocatori – che si muovono attraverso un avatar che è l’omino della Lego, per intenderci – potranno fare delle esperienze (ad esempio, prendersi cura di un cagnolino) in un ambiente virtuale tranquillo e considerato sicuro da molti genitori, e potranno incontrare gli operatori di DigEducati. Dal 27 giugno potranno rispondere a dei quiz sull’educazione digitale attraverso il proprio avatar, fino al raggiungimento di un determinato punteggio, necessario per poter ricevere un premio, da ritirare al punto di comunità fisico più vicino. In questo modo potranno apprendere informazioni sicure e competenze per un corretto utilizzo del web, conoscere gli operatori di progetto e toccare con mano le possibili attività a loro dedicate.

Perché è così importante per i ragazzi questa integrazione tra il reale e il virtuale?

In realtà i bambini e i ragazzi non si pongono questo problema. Sono nativi digitali, non hanno coscienza di un mondo senza connessione, senza cellulare, senza internet. Loro non sono né online, né offline, sono onlife. Noi andavamo al parchetto dell’oratorio, loro si incontrano sulle piattaforme. Per loro è un dato di fatto: la socialità è questa. D’altronde, se vogliono ascoltare musica, usano Spotify o youtube. Se vogliono studiare, la scuola chiede di avere Classroom (piattaforma che semplifica la creazione e la distribuzione di materiale didattico, l’assegnazione e la valutazione di compiti online, ndr). La tecnologia è uno strumento e non è corretto demonizzarla. Possiamo usarla molto bene ed avvicinarci al gusto e al linguaggio dei nostri bambini e ragazzi.

Qual è l’obiettivo formativo di un punto d’incontro virtuale nell’ambito di un progetto come DigEducati?

Immagino che qualcuno potrebbe pensare: ‘DigEducati serve per mettere dei paletti e porre limiti all’uso della tecnologia e voi andate ad aprire un punto di comunità virtuale’. Io rispondo che la soluzione non è usare meno tecnologia, ma usare bene la tecnologia. A genitori ed educatori potrà sembrare qualcosa di molto lontano, ma vale la pena far capire che dobbiamo imparare a convivere con la tecnologia, che sarà sempre più presente nella nostra vita. Il 65% dei nostri figli, dei bambini che vanno all’asilo e alle elementari oggi, farà un lavoro che oggi non esiste. Nella stragrande maggior parte dei casi avrà a che fare con la tecnologia. Dobbiamo essere bravi a cogliere le opportunità di questo strumento e saperle vedere anche quando sembrano problemi.

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