Nembro rinasce dai suoi giovani con il Festival Migliori di così

Terza edizione, sei serate, per un appuntamento costruito da ragazze e ragazzi, con il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca

Nel marzo 2020 nelle case di Nembro si aspettava tutti i giorni una telefonata. Un messaggio registrato con cui il Sindaco informava i cittadini dell’andamento dei contagi, di tutto quello che si doveva fare e che si stava facendo per un paese che ha perso 188 persone per il Covid-19 (su 11.000 abitanti circa). Anche Mariachiara l’aspettava, all’inizio con angoscia. Poi un giorno è arrivata una telefonata diversa.

“Don Matteo Cella (allora curato della parrocchia di San Martino Vescovo di Nembro, oggi parroco a Bergamo nel quartiere del Villaggio degli Sposi, ndr) ebbe la brillante idea di chiamare i rappresentanti di varie associazioni di volontariato e dell’oratorio per provare a organizzare un festival in piazza d’estate, che ci aiutasse a elaborare quello che stavamo vivendo e avevamo vissuto”.

Naturalmente tra questi c’era Mariachiara Gualteroni, 32 anni a settembre, insegnante, un’esperienza di lungo corso negli scout, da quest’anno coordinatrice del Festival Migliori di così – Festival delle Rinascite di Nembro, finanziato dalla Fondazione della Comunità Bergamasca e realizzato con la collaborazione di numerosi soggetti privati e pubblici, tra cui il Comune, l’Oratorio San Filippo Neri e la Biblioteca Centro Cultura di Nembro.

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“Oggi mi viene da dire che è stata l’idea giusta al momento giusto”, continua Mariachiara. “Volevamo cercare una prospettiva nuova per ripartire da quanto accaduto, per raccontarlo, celebrarlo, renderlo un’esperienza su cui ragionare”. La prima edizione viene organizzata in pochissimi giorni, sullo slancio delle riaperture e a partire da un desiderio vitale molto forte, che cercava la risposta alla domanda: “Saremo migliori di così? Migliori di prima?”.

Nembro allora fa notizia, purtroppo. Tutti gli ospiti invitati rispondono con entusiasmo.

“L’anno dopo, nel 2021, ci siamo domandati se valesse ancora la pena riproporre il Festival, che forse era nato su un’esigenza contingente. Siamo al 2022 e mi sembra che sia diventato un appuntamento atteso. Oggi posso dire che da una crisi profonda vissuta a livello personale e comunitario, è nato qualcosa di molto bello”.

A Nembro si sta già pensando all’edizione del 2023, perché in realtà la domanda resta.

“Una risposta sembra esserci, se guardiamo a quello che sta accadendo in Ucraina, per esempio. Tuttavia, credo che, se ciascuno nel proprio piccolo facesse qualcosa, saremmo già migliori di così. A me piace pensare che questa domanda possa essere una bussola per tutti, come una cartina di tornasole per capire se stiamo andando nella giusta direzione”.

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Direzione che, comunque vada, questo festival ha già preso. E forse non è un caso che si chiami anche ‘delle Rinascite’, perché gli organizzatori, gli intervistatori, i fotografi, i tecnici video, i grafici, gli addetti alla comunicazione, le persone che seguono gli ospiti, preparano la piazza, sistemando le sedie, spostando le transenne, allestendo i tavoli per i gadget sono giovani. Il più grande ha 32 anni, i più piccoli hanno meno di 18 anni.

“I membri del Consiglio comunale dei ragazzi, che vanno alle medie o poco più, ci aiutano tantissimo. Senza di loro non ce la faremmo, perché sono tanti e ci sono molte cose da fare”. Tutti insieme sono la rinascita di Nembro, il suo futuro. A loro si vorrebbe dare una voce: “Mi piacerebbe riconoscere ai giovani un posto privilegiato e dare loro modo di esprimersi. Vogliamo che il nostro pubblico sia eterogeneo, ma anche che gli ospiti diano riflessioni utili a chi è giovane e deve capire cosa fare in questo mondo incasinato. Per questo ci sono sempre almeno due domande con questa particolare attenzione”.

In piazza, che per gli organizzatori resta un punto fermo – “Per come è nato il nostro Festival, dalla volontà di tornare a incontrarsi, non siamo disposti a scendere a compromessi e fare le cose a distanza”, chiarisce Mariachiara – siedono anche diversi giovani, tra gli spettatori. Come Asia Brugnetti, 20 anni, studentessa di Scienze Politiche, dall’inizio assidua frequentatrice del festival. “Non sono di Nembro, ma sono della Valle Seriana, e in quel momento tutti siamo stati toccati profondamente da quello che stava accadendo”. Racconta che ‘Migliori di così’ ha permesso alle persone di interrogarsi: “Avevamo tutti bisogno di capire meglio quello che stava succedendo. La nostra percezione era molto legata al territorio. Era importante staccarci dalle nostre esperienze personali e dal nostro vissuto per comprendere i macro-cambiamenti in corso nel mondo, anche per rimettere in discussione noi stessi e il nostro stile di vita”. La domanda c’è anche per Asia: “D’istinto, a me viene da rispondere che, sì, possiamo essere migliori di così, per una sorta di fiducia nell’uomo, anche perché credo che mi resti un po’ dell’ottimismo dei miei 20 anni, nonostante il mondo a volte faccia perdere la speranza. È positivo che ci siano occasioni come il Festival delle Rinascite, perché ti rendi conto che ci sono persone che hanno la coscienza e la consapevolezza per affrontare al meglio certe situazioni e per uscirne. Allora, se gli strumenti li abbiamo, serve la volontà”.

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Questo progetto è nato su radici molto salde. La comunità di Nembro ha un grande patrimonio a cui ha dimostrato di saper attingere nei momenti più difficili: la resistenza dei legami sociali e la fedeltà al valore della solidarietà, anche quando questo comporta un rischio per se stessi e per la propria vita. Il sostegno della Fondazione al Festival Migliori di così rappresenta il riconoscimento per quanto fatto e l’incoraggiamento per il futuro, perché questi giovani dimostrano che si può reagire e costruire qualcosa di bello e duraturo per la collettività.

 

Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca

È possibile rivedere le sei serate dell’edizione 15 giugno – 16 luglio 2022 sul canale youtube dell’Oratorio di Nembro.

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