Giovani al centro con il progetto ‘Coach di quartiere’

Al via a marzo il primo corso per formare i coordinatori sportivi di Terzo settore – Il presidente Ranica: “Un’occasione per consolidare i legami di comunità”.

istituzionale

Si può fare innovazione sociale con lo sport? Sì, lo dimostra il progetto ‘Coach di quartiere’ dell’Orma, agenzia educativa non profit che dal 2000 coinvolge bambini, giovani e famiglie, a scuola e nel tempo libero. L’idea nasce nel 2020, per intercettare soprattutto i bambini più a rischio di essere tagliati fuori dall’opportunità di fare sport e socializzazione. Per questo lo sport è proposto gratuitamente alle famiglie e i luoghi scelti (parchi e palestre delle scuole) sono aperti a tutti. E per dare ai giovani la possibilità di essere protagonisti della propria città.

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Il coach di quartiere, che è un volontario opportunamente formato, ha tra i 17 e i 21 anni. Una fascia d’età su cui si investe ancora troppo poco, commenta Claudio Massa, ideatore del progetto:

“Noi crediamo nei giovani. Possiamo dire di aver realizzato qualcosa che va chiaramente in questa direzione. Sono i giovani il vero motore dell’innovazione sociale, perché si fanno promotori di una cultura collaborativa, di responsabilizzazione e presa in carico dei bisogni e dei desideri del territorio. Sappiamo di essere in controtendenza, la nostra è una scelta coraggiosa”.

Numeri alla mano, nel 2023 sono stati coinvolti 600 bambini, 345 famiglie, 200 coach di quartiere, per 600 ore di attività, in 8 centri ospitanti (il Municipio 7 del Comune di Milano, Legnano, Parabiago, Dalmine, Treviolo, Bergamo, Lodi, Lodi Vecchio), in 16 parchi pubblici, in 17 scuole primarie di primo grado, in 10 scuole secondarie di secondo grado.

Non sono solo i numeri ad esprimere un’evoluzione.

L’anno scorso, L’Orma – un’agenzia educativa no-profit che dal 2000 sviluppa e propone esperienze formative sportive/espressive basate sull’educazione non formale volte a stimolare la crescita personale e professionale di bambini, ragazzi e adulti –  ha presentato a Milano il primo Sport Welfare Report, uno strumento informativo per tutti coloro che intendono impegnarsi con e per lo sport sociale. Perché l’attività sportiva può contribuire a contrastare la povertà educativa, la dispersione scolastica, l’isolamento sociale o il fenomeno dei giovani neet (cioè, che non studiano e non cercano lavoro).

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Da qui l’idea di lanciare il primo corso (al via venerdì 8 marzo) per formare i coordinatori sportivi di Terzo settore.

“Quando è nato ‘Coach di quartiere’, pensavamo che, per proporre delle attività al parco con i bambini, bastasse un istruttore professionista per coordinare i volontari e tenere le relazioni con le famiglie. Riflettendo sul ruolo che avrebbe potuto avere questa figura, abbiamo pensato che sarebbe potuta diventare un vero e proprio lavoro. In un’ottica di comunità, il coordinatore sportivo di Terzo settore potrebbe porsi al servizio di tutti e proporre attività pensate per nuove fasce di popolazione. Non solo bambini e giovani, ma anziani e donne, per esempio”, spiega Massa.

Tutte le informazioni alla pagina de L’Orma.

Il progetto ha trovato il supporto della Fondazione della Comunità Bergamasca.

“Il benessere di una comunità passa anche attraverso la pratica sportiva, e questa iniziativa ce lo dimostra. Come ci dimostra che i confini di ciò che è welfare possono essere più ampi. Lo sport può essere l’occasione per stringere i legami di un quartiere, per tornare a sentirsi sicuri e a casa, anche fuori dalle pareti domestiche. Come Fondazione, apprezziamo molto l’attenzione per il mondo giovanile che sta dietro a questo progetto”.  

Presidente Osvaldo Ranica

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