Documenti pubblici digitalizzati: laboratorio inaugurato da Spazio Autismo

Il progetto Aspiefuture nasce da una rete tra enti pubblici e privati. Il Presidente di Fondazione della Comunità Bergamasca: “Ci impegniamo, perché tutti possano mettere le proprie capacità al servizio della comunità”

“A fare la differenza è la personalizzazione della proposta, perché anche l’inserimento in un contesto lavorativo ha sempre bisogno di adattamento”. Maria Carolina Marchesi è, con il presidente Santo Manzoni, referente di Aspiefuture, un progetto dell’associazione Spazio Autismo, che rappresenta l’evoluzione della precedente iniziativa, Aspiejob, avviata nel 2021 a favore di una decina di ragazzi con autismo ad alto funzionamento, cioè con ottime capacità cognitive.

“Tutto nasce da un’idea costruita insieme ad alcuni genitori di giovani appassionati di informatica. Volevamo che spendessero in ambito lavorativo le loro competenze”, spiega Marchesi.

Fino al 2023, i giovani coinvolti da Aspiejob approfondiscono la formazione informatica, finché, “a dimostrazione che la strada era quella giusta”, l’associazione Spazio Autismo incontra la “fortissima disponibilità del Comune di Orio al Serio, interessato e preparato allo sviluppo del progetto”: il 9 novembre 2023 viene inaugurato il primo laboratorio di dematerializzazione di documenti cartacei dell’Amministrazione comunale.

Sei i ragazzi impegnati, tra i 20 e i 28 anni, che ogni mese ricevono un “contributo motivazionale di 350 euro, perché questo è lavoro, cioè ha una scadenza, deve essere finito e fatto bene”. Ma è stato proprio questo a motivare i ragazzi: “Sono molto soddisfatti, perché ora si sentono persone che possono raggiungere un risultato veramente positivo. Sanno che questo non è più un momento formativo, questo è lavoro”.

E le famiglie? “Inizialmente erano preoccupate, si domandavano se i figli fossero davvero pronti per questo salto. Noi siamo lì per rassicurarle, anche perché questo è un momento costruito per loro e con loro”. È la personalizzazione di cui si diceva all’inizio, “che consente di modulare la proposta, evitando fatiche e abbandoni”. E che prevede la presenza di un coordinatore e di una squadra composta da due psicopedagogiste e uno psicologo, che monitorano costantemente il lavoro dei ragazzi.

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Marchesi non nasconde la complessità del progetto, “il primo in Lombardia e probabilmente anche in Italia”.

Una complessità che si traduce nella cordata di soggetti che hanno reso possibile Aspiefuture; naturalmente l’associazione Spazio Autismo; il Comune di Orio al Serio, che ha messo a disposizione una sede, anche dal punto di vista tecnologico; la cooperativa SER.e N.A., l’associazione Lavorando, SABCO, che ha coinvolto l’associazione Microdata, che ha messo a disposizione il software per la dematerializzazione e formato gli educatori che devono seguire i ragazzi; la società Valtellina, che pure si è occupata dei software necessari. Non da ultima, Fondazione della Comunità Bergamasca, “che ha stanziato 25mila euro. È una cifra importantissima, che servirà, con il contributo di Regione Lombardia, a finanziare il progetto per tre anni. Perché noi vogliamo che cresca e si sviluppi nel tempo, e magari possa accogliere altri giovani”.

Intanto, dal Comune di Treviolo è arrivata una nuova commessa. Perché sì, ci sono enti che credono in questo progetto, ma soprattutto che hanno bisogno delle competenze informatiche che questi ragazzi possiedono e hanno sviluppato.

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Come Fondazione, continueremo a porre l’accento sulle risorse di tutti gli individui. Il nostro impegno è rivolto a sostenere le condizioni che consentono alle persone di esprimere le proprie capacità, per sé e per il bene della comunità in cui vivono. Siamo sicuri che Aspiefuture darà i suoi frutti, già ora immaginiamo l’orgoglio delle famiglie e soprattutto di questi giovani

 

Osvaldo Ranica, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca

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