Zone Digitali

Venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre torna ‘Zone Digitali’, il Festival dedicato all’Arte e alle Nuove Tecnologie, organizzato da MiDi Motori Digitali – La due giorni è realizzata con il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca

Spazio allo spettacolo e alla divulgazione. È quello che offre, per il quinto anno, il Festival di Arte e Nuove Tecnologie ‘Zone Digitali’, organizzato dall’associazione MiDi Motori Digitali con il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca.

Venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre, allo spazio Daste di Bergamo, si alterneranno performance e incontri con gli artisti per raccontare il rapporto tra persona e tecnologia attraverso l’arte. Gli spettatori potranno assistere ad una performance di danza ipnotica e coinvolgente guidata da un cyborg e ad uno spettacolo di luci laser, manipolate dall’artista in scena. Atteso anche lo spettacolo di un performer francese, per la prima volta in Italia, che, con i suoi movimenti, creerà immagini trasmesse nella sala del cinema ‘Lo schermo bianco’ in Daste.

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“Anche se talvolta c’è un po’ di diffidenza nei confronti della new media art e della tecnologia in genere, noi vogliamo portare meraviglia, regalare al pubblico stupore e provocare curiosità, attraverso il gioco e l’interazione tra artista e spettatori”, spiega Michael Bonizzi della Direzione artistica del Festival. “Non bisogna avere paura della tecnologia, non è qualcosa per pochi, e l’arte ci permette di creare un ponte tra le persone e anche di affrontare tematiche sociali”. Saranno infatti gli stessi artisti, nel corso del pomeriggio di sabato, ad essere protagonisti di momenti di approfondimento delle tematiche proposte attraverso gli spettacoli, per incontrare anche un pubblico ‘non specializzato’, ma aperto e curioso di scoprire, ad esempio, come nasca un’installazione. Artisti che, nel caso della new media art, sono ibridi, ovvero musicisti o ballerini con competenze di ingegneria ed elettronica.

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Al tema ‘Hacking Humans’ è dedicata la quinta edizione di Zone Digitali, “che per noi significa andare oltre, distruggere per ricreare, demolire gli stereotipi per creare qualcosa di nuovo”, ancora Bonizzi. Un’edizione che si preannuncia speciale anche per il solo fatto di essere, per la prima volta, biennale, in vista di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. L’intenzione è quella di favorire un gemellaggio con Brescia, da cui provengono alcuni artisti già coinvolti nel Festival. “Ci siamo fatti ispirare da una delle parole-chiave del dossier di programmazione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura: crescere insieme. E dall’idea che la cultura nasca dal fare insieme”, continua Bonizzi. Se per l’edizione di quest’anno ci si è maggiormente concentrati sull’individuo, per il 2023 l’idea è di lavorare sulla comunità.

“Costruire partecipazione e comunità attorno alla tecnologia e all’arte è una sfida, non lo nascondo. Per farlo, occorre superare la figura dell’artista chiuso nella sua bottega per comprendere che oggi è quasi un project manager, che ha un’idea che porta avanti fino alla sua realizzazione. L’artista è un attore culturale che lavora nella comunità ed ha una funzione quasi educativa. Soprattutto in Francia o nei Paesi Bassi, sempre più anche in Italia, non è solo quello che fa tele o oggetti, ma viene inserito in un tessuto sociale, in un quartiere e conduce laboratori, portando avanti un progetto personale, lavorando con le persone per il territorio”.

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Fondazione condivide la visione del Festival. La cultura è relazione, può essere il volano della progettazione partecipata e della crescita – anche economica – di una comunità, una straordinaria risorsa per la coesione sociale. E questo concetto dell’artista ben radicato nella realtà, così tanto da essere quasi un ibrido tra un manager e un educatore, credo possa essere di stimolo anche per un approccio imprenditoriale all’arte e allo sviluppo culturale delle nostre comunità. Crediamo che anche ‘Zone Digitali’ possa dare un contributo allo sviluppo delle potenzialità culturali della tecnologia.

 

Simona Bonaldi, Vicepresidente della Fondazione della Comunità Bergamasca

Gli organizzatori del Festival preferiscono non sbottonarsi, ma già qualcosa bolle in pentola per la Celadina. Una nuova sfida per un maggiore coinvolgimento del quartiere di Bergamo e di chi ci vive. Il fulcro di questo progetto futuro sarà Daste, per poi diventare connettore di tutto il quartiere.

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Ma c’è dell’altro. L’idea di MIDi è anche quella di fare di Bergamo, negli anni, un nuovo polo, alternativo a Milano, per questo settore. “Ci siamo accorti che non siamo da soli, in città, ad avere questa passione. C’è molto interesse per la new media art, per un approccio all’arte attraverso la tecnologia”. Ed è stato proprio nello scouting di artisti per una delle precedenti edizioni che “abbiamo scoperto Francesco Luzzana, bergamasco, vincitore nel 2021 del premio Digitalive di Romaeuropa, ideato e realizzato dall’associazione culturale Re:Humanism, dedicato alle relazioni tra l’arte contemporanea e l’Intelligenza Artificiale”. Ventenne, di Alzano Lombardo, Luzzana si è aggiudicato il riconoscimento con un progetto performativo che indaga le relazioni tra corpo e interfacce digitali, ormai sempre più presenti nella nostra vita quotidiana. E pensare che Luzzana aveva anche partecipato, tra il pubblico, ad alcuni eventi delle precedenti edizioni del Festival.

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Il programma del Festival ed i biglietti degli spettacoli sono disponibili sull’app DICE al link https://link.dice.fm/zonedigitali2022.

È possibile acquistare la singola serata o entrambe ad un prezzo scontato.

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