Festival A levar l’ombra da terra

Fino al 14 agosto appuntamento con il Festival itinerante ‘A levar l’ombra da terra’, realizzato con il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca.

Portare la cultura sotto casa gratuitamente, facendo scoprire o riscoprire la bellezza di angoli del proprio paese e della propria provincia. È l’idea che anima il Festival culturale itinerante ‘A levar l’ombra da terra’, alla sua quindicesima edizione, grazie al contributo di Regione Lombardia, di 14 Comuni della provincia di Bergamo, del Sistema Bibliotecario della Valle Brembana e della Fondazione della Comunità Bergamasca. Fino al 14 agosto il Festival propone teatro, danza, cinema, musica, reading letterari con 40 appuntamenti in oltre 25 comuni e circa 7500 spettatori attesi per l’edizione di quest’anno.

Motore del Festival, i tre soci dell’omonima associazione: Marta Ceresoli (Presidente), Davide Pansera e Alberto Salvi, che hanno optato per una direzione artistica e un’organizzazione condivise.

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Tre i percorsi proposti al pubblico con gli spettacoli in cartellone quest’anno. Il primo è dedicato al femminile, una riflessione sull’essere donna oggi, grazie alle suggestioni offerte dalla letteratura. Il secondo è legato al territorio di Bergamo, con spettacoli monografici dedicati, ad esempio, allo scultore Giacomo Manzù e al personaggio di Pacì Paciana, ricostruito grazie alle storie della tradizione orale bergamasca. Il terzo percorso racconta musicisti e artisti in campo musicale, anche attraverso le loro canzoni (come quelle di Edith Piaf, a cui è dedicata la serata di venerdì 12 agosto ad Ardesio).

Fa parte del Festival anche il Progetto Inanna, un racconto diffuso sul territorio, che si concluderà nell’estate del 2023. A partire da un libro della psicoterapeuta bergamasca Sonia Giorgi dedicato all’antico mito sumero della dea Inanna, è proposto un laboratorio – condotto proprio dalla psicoterapeuta – sui vari aspetti del femminile e sulla relazione tra maschile e femminile. A seguire, nello stesso giorno, i due artisti Nemos e Nulo realizzano un murale che rappresenta un episodio del mito, che fa da scenografia ad un reading. Quest’anno hanno aperto le danze i Comuni di Levate e Mozzo, nel 2023 altri 4 Comuni della provincia di Bergamo ospiteranno il Progetto Inanna.

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‘A levar l’ombra da terra’ è una proposta che, dalle sue origini, sposa lo stile della leggerezza, come rimarca Davide Pansera:

Il nostro non è disimpegno e non significa neanche svuotare la testa. Piuttosto, pensiamo che anche le suggestioni più complesse, se presentate con un certo tono, risultino più comprensibili e accettabili. Il tempo corre veloce, ma l’arte e il teatro possono essere momenti in cui ci si siede e si ripropone un rito collettivo antichissimo. Le storie che l’uomo si è raccontato hanno sempre avuto la stessa funzione: fare luce su quello che non si capiva, dare strumenti di interpretazione della realtà, a patire dagli antichi miti e dei, che spiegavano il nascere e il calare del sole

Il Festival è un modo per farlo insieme, come comunità. Con uno stile di sostenibilità che investe tanto l’attenzione verso il pubblico quanto le scelte di cartellone. Ancora Pansera:

Vogliamo portare la cultura sotto casa e offrirla gratuitamente al pubblico, nei luoghi propri delle comunità, come il giardino della villa privata solitamente non aperto al pubblico. Non si richiede alle persone di muoversi verso l’offerta, ma è quest’ultima che si sposta verso il pubblico. Cortili, piazze, chiostri, parchi vengono abitati dal Festival e diventano luoghi speciali di incontri culturali e sociali, vengono riscoperti come patrimonio della comunità.

Non a caso il 70% del pubblico di ‘A levar l’ombra da terra’ proviene dal Comune nel quale è organizzata la serata, come hanno rilevato i risultati di un questionario somministrato dagli organizzatori del Festival.

Sappiamo che il nostro è un percorso, con il nostro Festival riusciamo ad aprire un dialogo con un pubblico per il quale anche il costo di un biglietto potrebbe rappresentare una barriera psicologica.

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Negli anni ‘A levar l’ombra da terra’ ha creato una bella trama di collaborazione tra enti pubblici e privati. Alessandra Mastrangelo è la coordinatrice del Sistema Bibliotecario della Valle Seriana, uno dei partner del Festival:

Fin dall’inizio della collaborazione, circa otto anni fa, la nostra richiesta è stata quella di realizzare dei reading musicati che non avessero bisogno di particolari allestimenti, proponendo al pubblico pagine poco conosciute di autori, soprattutto contemporanei.

L’idea è quella di promuovere la lettura in maniera informale, fuori dalle biblioteche, e di creare una relazione col pubblico che non si fermi con la chiusura del Festival.

Sappiamo che molte persone sono disponibili ad essere coinvolte da un evento di questo tipo. Si fidano della proposta perché è qualificata, veicolata dal Comune, c’è una committenza istituzionale”, ma non solo. Si lavora insieme per offrire una proposta accattivante e adeguata: “La coprogettazione è la condizione senza la quale non si può lavorare in maniera seria. Consente a ciascuna professionalità di esprimersi al meglio, perché ognuno è portatore di conoscenza del territorio, anche degli stakeholder. Serve a formulare proposte che siano equilibrate, il più possibile su misura del destinatario

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La rete dei Comuni e la collaborazione con il Sistema Bibliotecario sono il patrimonio più grande del Festival, uno stile di relazione costruito negli anni, senza contare che il Festival è stato capace di intercettare un pubblico non sempre facile da conquistare. La Fondazione sostiene questa rassegna culturale anche perché è il risultato della fiducia nella capacità di un territorio di investire su se stesso e di scommettere sulla possibilità, in futuro, di camminare con le proprie gambe. È un augurio sincero che facciamo agli organizzatori per il futuro del Festival.

 

Giuseppe Guerini, Vicepresidente della Fondazione della Comunità Bergamasca

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